Ecco, io credo che una delle qualità che ho più amato e apprezzato in Luciano Bianciardi sia stata proprio questa: la sua autoironia, la capacità di sapersi prendere in giro, ridere di sé: ci vuole grande equilibrio, grande sicurezza e una buona dose d’incoscienza nel diventare giullari di ciò che si è, del mondo e del modo in cui si vive, dei propri tic e anche –ma sì!– dei propri errori. (...) Avevi ragione, Luciano: starsene a guardare le lune altrui è un alibi pericoloso, perché nel frattempo ci è accaduto –troppe volte– che ci siano crollate le case addosso. dalla prefazione di Dario Fo Luciano Bianciardi (Grosseto 1922 – Milano 1971) è stato giornalista, traduttore e scrittore. Tra gli autori americani da lui tradotti, ricordiamo Miller, Faulkner, Steinbeck e London. Tra le sue opere, citiamo Il lavoro culturale (1957), L’integrazione (1960), La vita agra (1962) e i romanzi di contenuto storico come La battaglia soda (1964) e Aprire il fuoco (1969). |